Giovanni Pico della Mirandola nasce a Firenze il 2 febbraio 1463. È considerato uno dei grandi pensatori del Rinascimento. Per l'umanesimo della filosofia, Pico della Mirandola era chiamato "divino". I contemporanei vedevano in lui un riflesso delle alte aspirazioni della cultura spirituale, e quelli vicini al Papa lo perseguitavano per le sue audaci affermazioni. Le sue opere, come lui, erano ampiamente conosciute in tutta l'Europa istruita. Giovanni Pico della Mirandola morì in giovane età (17 novembre 1494). Durante la sua vita divenne famoso per il suo aspetto gradevole, la generosità principesca, ma soprattutto per l'insolita varietà delle sue conoscenze, abilità e interessi.
Pico della Mirandola: Breve biografia
Il Pensatore proveniva da una famiglia di conti e anziani. È stata associata a molte case influenti in Italia. All'età di 14 anni Pico della Mirandola divenne studente all'Università di Bologna. Successivamente ha proseguito gli studi a Ferrara, Padova, Pavia e Parigi. Nel processo di apprendimento, ha imparato teologia, diritto, filosofia, letteratura antica. Oltre al latino e al greco, si interessava di caldeo, ebraico, arabo. Nella sua giovinezza, il pensatore ha cercato di conoscere tutti i più importanti enascosto dall'esperienza spirituale accumulata in tempi diversi da persone diverse.
Primi lavori
Abbastanza presto, Pico si avvicinò a personaggi come i Medici, Poliziano, Ficino e un certo numero di altri membri dell'Accademia platonica. Nel 1468 compilò il Canzone Love Commentary di Benivieni, oltre a 900 tesi su matematica, fisica, morale e dialettica per la discussione pubblica. Il pensatore intendeva difendere le sue opere in un dibattito a Roma alla presenza di famosi scienziati italiani ed europei. L'evento doveva aver luogo nel 1487. Un trattato preparato da Pico della Mirandola - "Discorso sulla dignità dell'uomo" avrebbe dovuto aprire la disputa.
Disputa a Roma
Il lavoro che Pico della Mirandola scrisse sulla dignità dell'uomo, insomma, era dedicato a due tesi principali. Prima di tutto, nel suo lavoro, il pensatore ha parlato della posizione speciale delle persone nell'universo. La seconda tesi riguardava l'unità interna iniziale di tutte le posizioni del pensiero dell'individuo. Il 23enne Pico della Mirandola, insomma un po' imbarazzato papa Innocenzo VIII. In primo luogo, la giovane età del pensatore ha causato una reazione ambigua. In secondo luogo, l'imbarazzo è apparso per il ragionamento piuttosto audace, inconsueto e inedito che usava Pico della Mirandola. "Discorso sulla dignità dell'uomo" esprimeva i pensieri dell'autore sulla magia, la schiavitù, il libero arbitrio e altri argomenti dubbi per quell'epoca. A seguito della sua reazione, il Papa ha nominato una commissione speciale. Doveva controllare le "Tesi" presentate da Pico della. Mirandola. La commissione ha condannato una serie di disposizioni avanzate dal pensatore.
Caccia
Nel 1487, Pico compose l'Apologia. Quest'opera è stata creata in fretta, che ha portato alla condanna delle tesi. Sotto la minaccia di persecuzione da parte dell'Inquisizione, il pensatore fu costretto a fuggire in Francia. Tuttavia, lì fu catturato e imprigionato nel castello di Vincennes. Pico si salvò grazie all'intercessione di alti mecenati, tra i quali Lorenzo de' Medici ebbe un ruolo speciale. In effetti, era allora il sovrano di Firenze, dove il pensatore, liberato dalla prigionia, trascorse il resto dei suoi giorni.
Lavoro dopo la persecuzione
Nel 1489 Pico della Mirandola completò e pubblicò il trattato "Eptapoli" (su sette approcci per spiegare i sei giorni della creazione). In questo lavoro, il pensatore ha applicato una sottile ermeneutica. Ha studiato il significato nascosto nascosto nel libro "Genesi". Nel 1492 Pico della Mirandola realizzò una piccola opera "Sull'essere e sull'uno". Questa era una parte separata del lavoro del programma, che perseguiva l'obiettivo di conciliare le teorie di Platone e Aristotele, ma non fu mai pienamente attuata. Anche l' altra opera di Pico, la "Teologia poetica" da lui promessa, non vide la luce. Il suo ultimo lavoro è stato Discorsi sull'astrologia divinatoria. In quest'opera si oppose alle sue disposizioni.
Idee Chiave Pico della Mirandola
Il Pensatore considerava le diverse dottrine come aspetti di un'unica Verità. Ha sostenuto lo sviluppo di una comune contemplazione filosofica e religiosa del mondo,iniziata da Ficino. Tuttavia, allo stesso tempo, il pensatore ha trasferito il suo interesse dal campo della storia religiosa al campo della metafisica. Pico ha cercato di sintetizzare cristianesimo, cabala e averroismo. Preparò e inviò a Roma le sue conclusioni, che contenevano 900 tesi. Hanno toccato tutto ciò che è "conoscibile". Alcuni erano stati presi in prestito, altri erano suoi. Tuttavia, furono riconosciuti eretici e la disputa a Roma non ebbe luogo. L'opera che Pico della Mirandola realizzò sulla dignità dell'uomo lo rese famoso nell'ampia cerchia dei suoi contemporanei. Era inteso come preambolo alla discussione. Da un lato, il pensatore integrava i concetti chiave del neoplatonismo, dall' altro proponeva tesi che andavano oltre la tradizione idealistica (platonica). Erano vicini al personalismo e al volontariato.
L'essenza delle tesi
L'uomo per Pico era un mondo speciale nell'universo creato da Dio. L'individuo è stato posto dal pensatore al centro di tutto ciò che esiste. L'uomo è "mezzo mobile", può scendere al livello animale e persino alle piante. Tuttavia, insieme a questo, una persona è in grado di elevarsi a Dio e agli angeli, rimanendo identica a se stessa, non diversa. Secondo Pico, ciò è possibile perché l'individuo è un essere di immagine indefinita, in cui il Padre ha investito «i germi di tutte le creature». Il concetto è interpretato sulla base dell'intuizione dell'Assoluto. Era caratteristico del tardo medioevo. Il concetto di pensatore riflette un elemento molto radicale della "rivoluzione copernicana" dei religiosicoscienza morale nel mondo cristiano occidentale. Non la salvezza, ma la creatività è il senso della vita - questo credeva Pico della Mirandola. La filosofia formula una spiegazione religiosa e ontologica dell'intero complesso ideologico e mitologico esistente della cultura spirituale.
Proprio "Io"
La sua formazione spiega l'antropocentrismo. Pico della Mirandola sostanzia la libertà e la dignità dell'individuo quale sovrano creatore del proprio io. Un individuo, assorbendo tutto, può diventare qualsiasi cosa. L'uomo è sempre il risultato dei suoi sforzi. Pur mantenendo la possibilità di una nuova scelta, non sarà mai esaurito da nessuna delle forme del proprio essere nel mondo. Pico sostiene quindi che l'uomo non è creato da Dio a sua somiglianza. Ma l'Onnipotente ha dato all'individuo di creare autonomamente il proprio "io". Grazie alla sua posizione centrale, ha la vicinanza e l'influenza di altre cose create da Dio. Avendo accettato le proprietà più importanti di queste creazioni, l'uomo, agendo come un maestro libero, formò completamente la sua essenza. Quindi è salito al di sopra degli altri.
Saggezza
Secondo Pico, non scherza con nessuna restrizione. La saggezza scorre liberamente da un insegnamento all' altro, scegliendo per sé la forma adatta alle circostanze. Varie scuole, pensatori, tradizioni, prima mutuamente esclusive e opposte tra loro, diventano interconnesse e mutuamente dipendenti in Pico. Mostrano una relazione profonda. in cuil'intero universo è creato su corrispondenze (nascoste o esplicite).
Kabbalah
L'interesse per lei per il Rinascimento aumentò proprio grazie a Pico. Il giovane pensatore era interessato all'apprendimento della lingua ebraica. Sulla base della Kabbalah furono create le sue "tesi". Pico era amico e studiò con un certo numero di studiosi ebrei. Iniziò a studiare la Kabbalah in due lingue. Il primo era ebraico e il secondo era latino (tradotto da un ebreo convertito al cristianesimo). Nell'era di Pico, non c'erano differenze speciali tra magia e Kabbalah. Il pensatore usava spesso questi termini come sinonimi. Pico ha affermato che la teoria del cristianesimo è meglio dimostrata attraverso la Kabbalah e la magia. Le scritture con cui lo scienziato aveva familiarità, le attribuiva all'antico esoterismo conservato dagli ebrei. Al centro della conoscenza c'era l'idea del cristianesimo, che poteva essere compresa studiando la Kabbalah. Nel suo ragionamento, Pico ha utilizzato opere post-bibliche, tra cui il midrash, il Talmud, le opere di filosofi razionalisti ed ebrei che interpretavano la Bibbia.
Insegnamenti dei cabalisti cristiani
La presenza di vari nomi di Dio e di esseri che vivevano nel cielo divenne per loro una scoperta. Trasmutazione dell'alfabeto ebraico, i metodi numerologici sono diventati un elemento chiave della conoscenza. Avendo studiato il concetto del linguaggio divino, i seguaci della dottrina credevano che con la corretta pronuncia dei nomi dell'Onnipotente, la re altà potesse essere influenzata. Questo fatto ha determinato la convinzione dei rappresentanti della scuola rinascimentale che la magia agisca come la più grande forza dell'universo. Alla fine, tutto ciò che erabanale nel giudaismo, è diventata una chiave nella visione del mondo degli aderenti alla Kabbalah cristiana. Questo, a sua volta, era accoppiato con un' altra teoria derivata dagli umanisti da fonti ebraiche.
Il concetto ermetico
È stato anche interpretato in modo cristiano. Allo stesso tempo, l'ermetismo di Ficino ebbe una forte influenza su Pico. Questo concetto spiegava la salvezza attraverso la raccolta di particelle di luce presentate come verità. Insieme a questo, la cognizione come memoria si è spiegata. L'ermetismo indicava 8 cerchi (lazo) di ascesa. Basato sulle interpretazioni gnostico-mitologiche dell'origine dell'uomo, il concetto descrive le speciali capacità divine dell'individuo. Contribuiscono alla realizzazione autonoma di azioni di resurrezione della memoria. Allo stesso tempo, l'ermetismo stesso cambiò alquanto sotto l'influenza del cristianesimo. Nel concetto, la salvezza attraverso la conoscenza individuale è stata sostituita dall'idea della finitezza, della peccaminosità dell'individuo, della buona novella della redenzione, del pentimento, della misericordia di Dio.
Heptaplus
In questo saggio, il pensatore ha usato strumenti cabalistici per interpretare le parole. L'opera parla dell'armonia del principio umano, del fuoco e della mente. Stiamo parlando di tre parti del mondo grande e piccolo: macrocosmo e microcosmo. Il primo consiste nella mente divina o angelica, la fonte della saggezza, il sole, che simboleggia l'amore, e anche il cielo, che funge da inizio della vita e del movimento. L'attività umana è similmente determinata dalla mente, dagli organi sessuali,cuori che danno amore, mente, continuazione di vita e gentilezza. Pico fa molto di più che utilizzare strumenti cabalistici per convalidare le verità cristiane. Include quest'ultimo nel rapporto tra macro e microcosmo, che è spiegato in modo rinascimentale.
Armonia
Certo, la Kabbalah ha fortemente influenzato la formazione del concetto rinascimentale di macro e microcosmo. Ciò si rifletteva non solo nelle opere di Pico della Mirandola. Successivamente, l'influenza della Kabbalah si nota anche nelle opere di Agrippa di Nostesheim e Paracelso. L'armonia del grande e del piccolo mondo è possibile solo come interazione attiva tra l'uomo e Dio. Quando si comprendono le idee interpretate del consenso nell'ambito del concetto cabalistico, si dovrebbe prestare attenzione al fatto che per il Rinascimento, l'uomo come microcosmo ha agito come soggetto di conoscenza. Era l'armonia di tutte le viscere e le parti del corpo: sangue, cervello, arti, addome e così via. Nella tradizione teocentrica medievale, non c'era abbastanza apparato concettuale adeguato e significativo per comprendere tale accordo vivo e corporeo tra il diverso e il singolo.
Conclusione
Le interpretazioni vivide dell'armonia del macro e del microcosmo sono annotate nello Zohar. In esso si comprende la chiarezza mondana e celeste, si dispiega una comprensione comprensiva dell'unità cosmica. Tuttavia, la relazione tra i concetti rinascimentali e le immagini teosofiche dello Zohar non può essere definita univoca. Mirandola poté studiare solo alcuni stralci dell'insegnamento, che fu integrato e riscritto nel XIIIsecolo, e si diffuse intorno al 1270-1300. La versione pubblicata in questo periodo fu il risultato della ricerca collettiva di molti pensatori nel corso dei secoli. La distribuzione degli estratti dello Zohar era distintamente panteistica, teocentrica ed estatica. Erano coerenti con le esigenze ei costumi dell'ebraismo e in tutto avrebbero dovuto essere in contrasto con la filosofia di Mirandola. Va detto che nelle sue "Tesi" il pensatore non ha prestato particolare attenzione alla Kabbalah. Mirandola ha cercato di formare il sincretismo cristiano con l'aiuto di fonti ebraiche, lo zoroastrismo, l'orfismo, il pitagorismo, l'aristotelismo di Averroè, il concetto di oracoli caldei. Il pensatore ha parlato della comparabilità, molteplicità, coerenza degli insegnamenti gnostici e magici con l'idea cristiana, gli scritti di Cusa e Aristotele.